Oliver Twist – Performance didattica

Capolavoro di Lionel Bart, autore delle musiche, delle liriche e del libretto, andò in scena per la prima volta nel 1960, toccando le 2618 repliche nel West End e trasferendosi a Broadway dove restò in scena per 774 repliche, vincendo diversi Tony Award.

La storia, conosciutissima, narra le avventure del piccolo orfano Oliver Twist che da un miserabile orfanotrofio arriva nei sobborghi malfamati di Londra, “accolto” da una banda di borseggiatori senza scrupoli. Le peripezie dell’orfanello trovano un lieto fine, ma mettono in luce le discrepanze di una società corrotta e infetta.

Regia: Mauro Simone
Direzione musicale: Stefania Seculin
Coreografie: Gillian Bruce

Date: 

Mercoledì 20 marzo – ore 21.00
Giovedì 21 marzo – ore 21.00
Venerdì 22 marzo – ore 21.00
Sabato 23 marzo – ore 21.00

Location: 

Sala Sondheim – AnimaTEATRO | BSMT Center for the Performing Arts – Via Paolo Nanni Costa 12/6, 40133 Bologna

Per info & prenotazioni: oliver@bsmt.it

Note di Regia

Parlare di bambini non è mai facile. Raccontare la storia di un bambino non è facile. Oliver Twist, essendo un romanzo del 1837 ci può sembrare lontano, arcaico e forse passato, ma se analizziamo il motivo per cui Dickens ha scritto questo romanzo, forse potremmo rivedere il nostro punto di vista. 

Egli decise di analizzare i mali della società inglese ottocentesca: la povertà, il lavoro minorile, la criminalità urbana (spesso come ribellione alla povertà e allo sfruttamento) e l’intrinseca ipocrisia della cultura vittoriana.

Sicuramente la nostra società non vive più i disagi del periodo vittoriano. Ma i problemi di povertà e sfruttamento minorile esistono ancora, anche se i media tendono a mascherali per non mostrare la mela marcia. 

Ho deciso di unire alle tematiche dickensiane anche quella dell’influenza e della manipolazione minorile da parte degli adulti. Il potere dei social sugli adolescenti è sempre più dilagante. I genitori non riescono a fermare questo fiume, per questo motivo, come metafora, durante lo spettacolo i bambini in scena verranno rappresentati da “pupazzi di carta” che vivranno attraverso la mano degli adulti e che verranno “usati” da loro. Esattamente come avviene nel rapporto fra Dodger e Oliver o Fagin e Oliver. 

Che differenza c’è tra un adulto dell’800 che cerca di influenzare un bambino a rubare fazzoletti e portafogli a dei ricchi e un adulto che influenza un bambino a guardare un video sui social per manipolare la sua mente?! 

Ieri come oggi la storia si ripete e purtroppo l’uomo non riesce ancora ad imparare dai suoi errori. Attraverso le vicende di Oliver Twist cercheremo di aprire gli occhi e il cuore.                      

Mauro Simone